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Jamie Redford: «Curare l’alimentazione per curare il pianeta»

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JRedfordAPPROVEDLa sua vita è all’insegna dell’impegno e della tutela dell’ambiente: James Redford, sceneggiatore, regista, produttore e attivista, figlio dell’attore e regista Robert Redford, è da sempre in prima linea per migliorare il mondo. Di recente Jamie, come lo chiamano gli amici, ha realizzato per HBO il documentario Toxic Hot Seat, che esamina i danni alla salute provocati dai ritardanti di fiamma chimici utilizzati nella fabbricazione di diversi oggetti di uso comune (per esempio i mobili imbottiti) per renderli meno infiammabili. Grande risonanza ha avuto anche la campagna Raise the River nata grazie al documentario Watershed (disponibile in streaming) prodotto da Redford sulla storia del fiume Colorado, a rischio siccità, della gente che vive nella zona, tra cui diversi agricoltori, e più in generale della necessità di tutelare le risorse idriche. Poiché anche una corretta alimentazione, rispettosa dell’ambiente, può aiutare a cambiare il mondo, Jamie è attivo pure sul fronte alimentare: conversando con lui abbiamo toccato anche molti dei temi che saranno centrali in Expo 2015.

Lei è molto impegnato a favore dell’ambiente, sotto tutti gli aspetti, anche sul fronte alimentare…
«Sì, ho sempre curato la mia alimentazione perché sono consapevole degli effetti che ciò che mangiamo può avere sul pianeta».

In che cosa consiste la sua dieta?
«Mia moglie, che è una cuoca eccezionale, usa solo alimenti biologici; la frutta e la verdura, per esempio, arrivano dal nostro giardino e dal nostro orto. In America sempre più persone preferiscono avere orti e serre dove coltivare i propri prodotti: anche nelle grandi città, non solo nei piccoli centri abitati. E questo può essere un buon modo per essere sicuri di ciò che si mangia».

E quando andate a fare la spesa, scegliete supermercati biologici, come Whole Foods o Trader Joe’s?
«Vivo a Fairfax, Marin County, nella San Francisco Bay, dov’è nato il movimento organic. Qui abbiamo un grande negozio di frutta e verdura locale e una rivendita di prodotti alimentari rigorosamente biologici che ci informa perfino della provenienza del pesce che acquistiamo».

La zona di San Francisco Bay è sempre stata in prima linea sul fronte della tutela alimentare e ambientale…
«Sì, per esempio c’è tolleranza zero verso l’uso di pesticidi ed erbicidi. Ho sempre desiderato vivere in una comunità come questa, attiva e consapevole delle scelte da fare per vivere in un mondo migliore».

Qual è il suo cibo preferito?
«Devo ammettere che, anche se il mio compagno di stanza al college mi mostrava sempre un libro sugli effetti negativi della caffeina, inizio sempre la mia giornata con una bella tazza di caffè. Mangio un po’ di tutto, ma non troppo. E cerco sempre di scegliere cibo biologico, anche quando si tratta del gelato o delle caramelle, che adoro… Se consumo carne rossa mi assicuro della provenienza e controllo che non sia troppo grassa, perché questo vuol dire che l’animale ha vissuto una vita sana».

Lei non è vegetariano, dunque?
«No, ma cerco di non consumare troppa carne rossa perché so che anche questo può aiutare a tutelare l’ambiente: riducendo l’uso di acqua, per esempio. Dico sempre che è sufficiente limitare i consumi della metà rispetto a quello cui siamo abituati».

Expo 2015, che avrà luogo a Milano, ha come tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e si occuperà di tutto ciò che riguarda l’alimentazione, inclusa l’educazione alimentare. Che cosa ci consiglia, a questo proposito?
«Sono convinto che sia importante trovare un equilibrio: non sono un purista o un assolutista. Come ho detto, è fondamentale alimentarsi con prodotti biologici. Lo dicono in molti, ma quello che la gente non sa è che consumarli non è vantaggioso solo per il proprio organismo e per l’ambiente, ma anche per i contadini, i proprietari delle fattorie e per tutto coloro che lavorano nel settore. Scegliere prodotti locali ha effetti positivi anche sull’economia e sulle condizioni dei lavoratori».

È molto importante acquistare prodotti di stagione, dunque?
«Certo e, personalmente, penso anche che gli alimenti che provengono dalla parte opposta del mondo non abbiano lo stesso sapore perché devono subire un lungo viaggio e spesso vengono congelati. A causa dei processi di conservazione, inoltre, perdono vitamine, com’è noto».

Per quanto riguarda l’acqua, usa quella corrente o in bottiglia?
«Ci hanno fatto credere che quella in bottiglia sia più sana, ma spesso non è così. Ritengo sia meglio servirsi di quella del rubinetto, filtrandola: oggi esistono diversi sistemi, anche non troppo costosi, per farlo direttamente a casa».

Quanto è importante fare delle campagne d’informazione efficaci?
«È davvero fondamentale creare campagne d’informazione, specialmente quando si va contro gli interessi delle grandi compagnie e delle multinazionali che, come ho sottolineato, hanno molti mezzi per diffondere il loro messaggio. Contro tanti soldi e potere, occorrono molte persone per fare la differenza. E per ottenere ciò le campagne sono molto importanti».

Robert Redford, suo padre, è un grande attivista ambientale ed è il fondatore del Redford Center. È stato lui a ispirarla?
«Mio padre è da sempre un grande amante della natura e un attivista ambientale dai tempi in cui non era di moda. Ma anche mia madre (Lola Van Wagenen, prima moglie di Robert Redford, n.d.r.) è sempre stata sensibile a questi temi: nel 1973 ha fondato Consumer Action Now, un’organizzazione ambientale che ha lo scopo di aiutare i consumatori nei loro acquisti. Perciò sono cresciuto in un ambiente che mi ha reso consapevole fin da bambino dei problemi che affliggono la nostra società e il nostro pianeta».

Si consiglia con suo padre per i suoi progetti?
«Con lui condivido la passione per la lotta contro le ingiustizie, oltre che l’attivismo ambientale. Mio padre, essendo un attore e una celebrità, ottiene rapidamente grandi risultati. Io non sono una star, sono solo un uomo che si impegna di cambiare il mondo».

Anche lei ha successo…
«Cerco di raccontare storie che possano coinvolgere le persone, che le possano ispirare e offrire loro speranze. Sono convinto che le belle storie che nascono dalle cause giuste siano in grado di andare lontano e di raggiungere il cuore della gente. Credo in una società consapevole, capace di realizzare cose straordinarie».


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